Programma Residenziale

Il Programma Residenziale  dura 12 – 18 mesi e ha i seguenti obiettivi terapeutici:

  1. superare le angosce di separazione da casa, riuscire a rispettare le regole della vita comunitaria e a partecipare a tutte le attività di programma;
  2. sviluppare una relazione di fiducia e di dipendenza positiva con i suoi operatori di riferimento, imparare a rispettarla e a recuperarla quando viene offesa; 
  3. imparare a riconoscere e a condividere emozioni e vissuti, legittimandosi la possibilità di esprimere i propri bisogni affettivi internamente osteggiati;
  4. ricordare, ricostruire e reinterpretare la propria storia di vita.

La fase residenziale prevede un lavoro integrato, riguardante:

  1. Il Setting
  2. L’Assistenza terapeutica
  3. La Riabilitazione
  4. La Psicoterapia
  5. L’Assistenza psichiatrica

Il Setting

La Residenza non è un luogo di mera assistenza o di intrattenimento, ma è un grande setting terapeutico, che ha le seguenti finalità:

  • prendere in carico il paziente, con le sue difficoltà di relazione e di autonomia, separandolo dal suo ambiente familiare, spesso inconsapevolmente patogeno;
  • osservare, contenere e rispecchiare le problematiche che egli porta nella vita quotidiana, non solo con le parole, ma anche con i comportamenti, giacché spesso non è in grado di verbalizzare il suo disagio;
  • aiutare gli assistiti a riconoscere i comportamentali distruttivi e a trovare uno stile di vita più sano.

Il Setting contempla una griglia di attività (luoghi, orari, regole, metodi di lavoro), che aiutano gli assistiti ad auto-disciplinarsi, a strutturare in modo più sano il tempo, a contenere la distruttività e l’angoscia del vuoto, che caratterizzano la patologia psichica. Inoltre consente l’Osservazione delle complesse variabili della vita comunitaria.

La Maieusis, da molti anni, ha creato e perfezionato un Sistema di Osservazione che, tramite indicatori e registri, rileva la partecipazione degli assistiti a tutte le attività di programma. Ogni sera, l’operatore svolge con i suoi assistiti una riunione che ha una funzione di rispecchiamento e confronto, circa limiti e capacità, emozioni e motivazioni.

La Giornata Tipo  è così strutturata:

  • ore  8.00  –  9.00:     cura personale e della propria stanza
  • ore  9.00 –   9,30:     pausa colazione
  • ore   9,30 – 11.00:    autogestione della casa
  • ore 11,00 – 13.00:    gruppi di discussione o colloqui (individuali e familiari)
  • ore 13.00 – 14.00:    pausa pranzo
  • ore 14.00 – 16.30:    spazio autogestito o piccoli gruppi terapeutici
  • ore 16.30 – 18.30:    gruppi allargati, espressivi o terapeutici
  • ore 18.30 – 19.30:    pausa cena
  • ore 19.30 – 20.00:    riunione di bilancio
  • ore  20.00 – 22.30:    televisione e preparazione notte

L’Assistenza Terapeutica

Il lavoro di assistenza o maternage serve ad accogliere l’assistito con le sue difficoltà di relazione e di autonomia, per dargli la possibilità di sperimentare una regressione terapeutica o benigna (piuttosto che psicotica o maligna) e abbandonare la difesa di un falso IO pseudo-adulto, per ricontattare un IO regredito ma più autentico.

A tale scopo la CT è divisa in 3 Squadre a dimensione familiare, affidati a 3 Piccole Equipe di 4 operatori ciascuno; all’interno di esse 2 Operatori di Riferimento curano il progetto terapeutico di 3 assistiti, proponendo relazioni intime, protette, continuative e non impersonali. Poiché ogni momento della vita comunitaria può avere rilevanza terapeutica, essi hanno svolto una analisi personale o un lungo tirocinio in Comunità per essere in grado di comprendere il linguaggio dell’inconscio con cui spesso si esprimono, di accompagnarli nel percorso terapeutico, difendendoli dalla loro distruttività.

La Piccola Equipe dà continuità terapeutica nelle ore diurne (ore 8,30 – 20,30), per una presa in carico dell’assistito; in particolare:

  • si prende cura di lui: della sua persona e delle sue cose;
  • lo aiuta a partecipare alle attività di programma, a rispettare i confini del setting, ad affidarsi ai suoi operatori e a chiedere aiuto se in difficoltà;
  • risponde alle sue domande, spesso negate ma agite, aiutandolo a riconoscere i suoi bisogni affettivi;
  • recupera la fiducia dopo i tradimenti al rapporto;
  • lotta al suo fianco per aiutarlo ad affrontare la realtà e la perdita delle Illusioni primarie (Simbiotiche, Autarchiche, Egocentriche, Perfezionistiche, Onnipotenti, Edipiche, di Superiorità, ecc.). 

L’assistito, preda di un’auto-distruttività, da cui si difende arroccandosi nella passività e nell’isolamento, può trovare gradualmente il coraggio di affidarsi ai suoi operatori, sfidare i Persecutori interni (Rifiutanti, Criticanti, Disprezzanti, Svalutanti, Rimproveranti), difendere i propri Diritti Negati (diritto all’Esistenza, al Bisogno, al Rispetto, al Sostegno, all’Autonomia).

La Riabilitazione

Le attività riabilitative costituiscono per gli assistiti una opportunità per fare, esprimersi e confrontarsi con operatori e compagni, per comunicare il proprio disagio, talvolta agito e negato, per modificare il proprio stile di vita spesso fallimentare; per gli operatori tali attività sono un modo per osservare, comprendere e rispondere alle problematiche portate dai loro assistiti.

L’Assemblea è una riunione settimanale strutturata sul principio di realtà, dove si dibattono e si concordano, secondo un ordine del giorno, spazi, compiti, orari, iniziative e regole, le quali ricalcano sostanzialmente le regole della vita. Mediando i diritti con i doveri, l’assistito è sollecitato a superare il proprio egocentrismo, creando le basi per un suo futuro reinserimento sociale.

L’Autogestione. Le attività di autogestione (cura personale e cura della casa), sono finalizzate all’acquisizione di una autonomia primaria ma servono anche per sentirsi parte attiva nella gestione della Comunità e per riconoscersi un valore. In questa fase, proporre agli assistiti lavori esterni, significherebbe esporli a pericolose ricadute.

I Gruppi di discussionesu temi di attualità o riguardanti il disagio giovanile, servono agli assistiti per apprendere parole e concetti relativi alla realtà sociale, spesso totalmente ignorata.

I Gruppi espressivi (ScritturaPittura, Movimento), che utilizzano canali di comunicazione non verbali, servono a facilitare l’espressione degli assistiti. Sono condotti da persone con competenze specifiche, coadiuvati dagli operatori, che incoraggiano i propri affidati a manifestarsi.

Le Riunioni seraliL’operatore, a conclusione della giornata di lavoro, compila, con il suo gruppo di assistiti, il Registro, dove viene osservata, tramite punteggi, la qualità della partecipazione degli assistiti a tutte le attività, ciò che serve a rispecchiare e valorizzare il lavoro degli assistiti.

Attività ricreative:  pallavolo il sabato; gite o partecipazione a spettacoli, la domenica.

Sono previsti spazi di autonomia, se l’equipe terapeutica li consiglia, per mantenere contatti e capacità sociali (uscite con familiari, parenti o amici).

La Psicoterapia

Le attività riabilitative sono accompagnate e integrate ad attività psicoterapiche, che non sono avulse da ciò che accade nella CT, ma sono piuttosto uno spazio elaborativo di ciò che l’assistito dice o fa, con le sue parole e i suoi comportamenti.

I Colloqui Individuali, con frequenza settimanale, servono all’assistito per imparare a riconoscere la propria distruttività, cause e motivazioni, e per ricostruire e reinterpretare la propria storia di vita.

Le Sedute di Piccolo Gruppo settimanali, una per ogni Squadra, a cui partecipano pazienti operatori e tirocinanti con la presenza di un supervisore interno, hanno varie funzioni:

  • facilitare il processo terapeutico degli assistiti, attraverso la comprensione delle difficoltà relazionali, lavorative ed espressive da essi incontrate durante la settimana;
  • consentire lo scambio di informazioni e opinioni tra gli operatori della Piccola Equipe, che di rado lavorano insieme, dovendosi turnare per dare continuità terapeutica; 
  • sostenere gli operatori, attraverso una supervisione clinica, e formare i tirocinanti.

Il Gruppo Allargato, con frequenza settimanale, ha la funzione di fare emergere e comprendere i vissuti latenti presenti in CT, di reintegrare il gruppo degli assistiti, in un progetto comune di cura, nonché di condividere una cultura terapeutica, fondata su valori quali: la fiducia, il rispetto, la sincerità, il coraggio di stare dalla parte fragile ma vera, piuttosto che dalla parte “forte” ma falsa.

La Terapia con le Famiglie comprende:

  • il colloquio telefonico settimanale, serve per ricevere e dare informazioni e indicazioni ai familiari, per difenderli dai sensi di colpa e per sostenerli nelle separazioni, insite nel processo terapeutico;
  • la seduta familiare, con frequenza bimestrale, ha la funzione di promuovere il cambiamento di ruoli e comportamenti disfunzionali e di aiutare l’assistito a ricostruire la sua storia.

L’Assistenza Psichiatrica

Il direttore sanitario, medico psichiatra, cura la salute psico-fisica degli assistiti e collabora con i Servizi invianti per la gestione della terapia farmacologica.

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